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03 maggio 2011

Habemus papam...abbiamo una "sola"

Ieri sera, fantastica serata, nella mia piccola città c' era la presentazione di un libro sulla tortura e il nuovo film di Nanni Moretti "Habemus papam", ero indeciso fra quale dei due andare a vedere e avevo il sentore che il film poteva essere meno raccomandabile di quel libro.....avevo sentito giusto, alle 21,00 mi sono presentato al cinema chiedendo con un pò di preoccupazione quanti spettatori fossero presenti per non andare in mezzo a tanta gente..."una decina" mi ha detto la signora della cassa, in sala trovo una specie di reparto geriatrico di ultra 50/60 enni fra i pochi presenti, che meraviglia! ho goduto di una pace educata intorno a me, una pace che si addice bene alla digestione e a un film su un papa...c era anche una bella ragazza con dei bei capelli castani, una cascata di capelli freschi di shampoo qualche posto piu avanti che per la fortuna della pace dei miei sensi non ho notato, era già buio in sala, cominciavano i titoli....in compenso una casalinga di Voghera dietro di mè mi mandava effluvi di deodorante tipo quelli che si usano in casa, se fossi stato malato di sensibilita chimica multipla sarei soffocato certamente, ma stavo cosi ben piazzato al centro che non mi sono mosso...ero desideroso di vedere uno dei piu grandi attori italiani che da tanto tempo ha dimenticato il mestiere di regista, mi pare da "caro diario" si, da allora ogni suo film l ho visto scendere sempre più come qualità, ma non un crollo, una leggera china sempre discendente inesorabile, sono li per vedere se questa china cambierà di direzione e in sostanza per vedere Moretti, non mi aspetto di vedere un capolavoro insomma.
E un film minimale come Moretti ci ha abituato a vedere, come la moda europea vuole in contrapposizione con le americanate di Holliwood, come "i cagoni" (citazione del regista Marco Ferreri) di Cannes amano premiare e qui mi torna in mente "la stanza del figlio" dello stesso Moretti...
Il minimalismo è un ottimo modo per fare cinema senza girarsi nel letto con mille pensieri e preoccupazioni, esattamente come non si preoccupano troppo i produttori holiwoodiani che prima di fare un film fanno delle analisi di marketing per sapere cosa fare e con quale attore in modo da evitare rischi eccessivi, ai minimalisti basta suggerire allo spettatore, non dire, fare un discorso compiuto, una storia, noooo!!....basta accennare...poi tanto se la massa non capisce va bene lo stesso, ci sono televisioni, critici e intellettuali pronti a fare e dire bene benino...non malissimo...li accarezzano questi loro pargoli, li curano...ho sentito Aldo Grasso che parlava non male e non benissimo di questo film, si vedeva che se ne stava in equilibrio pesando parola per parola...ecco io già da quelle critiche mi aspettavo un film come i precedenti, in continuo declino come dicevo, con "Habemus papam" Moretti è arrivato al "prodotto industriale" che ci si aspetta da lui, cioè una fotografia non un film...una specie di documentario per far vedere in questo caso l immagine di un depresso cronico vestito da papa in un film dove non c' è storia perchè in una foto...non c è storia.
In questo "film" ci sono degli accadimenti, degli eventi, qualcosa che giustifichi la pellicola girata e il guadagno ricavato, ma non uno straccio di storia come banalmente ci si aspetta da un film...accadimenti, eventi che giustificano il guadagno? si perchè questo "film" non è fatto con i soldi, è fatto per i soldi....infatti segue esattamente lo stesso principio del cinema commerciale...cioè prima si trova un soggetto, una bozza di sceneggiatura che abbia una parvenza di cinema, si trovano gli attori principali che il pubblico conosce nelle situazioni che si aspetta di vedere e in cui ci si può identificare, poi su questa base si dice al finanziatore "io ti posso far guadagnare questo...tu dammi questa cifra e quello che rimane dai costi di produzione ce lo dividiamo insieme", cosi nasce un film come questo.
Sono malizioso?...provate ad immaginarvi un regista sconosciuto che va di fronte ad un noto produttore con il soggetto di "Habemus papa", un uomo depresso eletto papa che in tutto il film è depresso (senza far capire nulla di significativo sulla sua vita e su questa malattia) e che rinucia al papato alla fine del film per questa depressione....
Alzi la mano un produttore pronto a dargli un centesimo, prego.
Ma Moretti è un genio! tanti diranno...si certo, specialmente per quelli con una mentalità sinistrorsa, gli intellettualoidi e i quasi anziani come ho constatato in sala, questo è il suo "target" commerciale, pardon...intellettuale volevo dire!

Bravi gli attori compreso Moretti, bellissima la fotografia, sempre straordinario l attore che fa l attore pazzo, già apparso in "Bianca" se non mi sbaglio, ma nulla di più in senso positivo.
Le assurdità volute si sprecano come la psicanalista che ripete sempre una sua teoria in modo ossessivo, il marito psicanalista interpretato dallo stesso Moretti che ripete a tutti questa fissazione della moglie, il papa in borghese che dopo essere fuggito a Roma come un disperato riceve aiuto da tutti in modo gratuito e insistito da persone angeliche (è questo il destino dei buoni secondo Moretti?), il giornalista vaticano che è ricopiato da quello di "ecce bombo" nella sua buffoneria...è un "Prodotto" oramai...è diventato GRANDEEE oramai, il cosiddetto regista.
Nella propia discoteca casalinga di film uno può mettere "Avatar" e "Habemus papam" uno di fianco all altro senza sbagliare...due bidoni.

Ma quando Moretti era anche un regista e non un fotografo di sè e dei suoi colleghi, faceva cose come questa sotto, oddio non è che il "vizio" dell accennare col tempo sia mutato tanto, è peggiorato fino al declino piu deleterio del minimalismo puro e della ricopiatura di se stesso... almeno il signor Apicella, protagonista di "Bianca", era un pazzoide in un film surreale, voglio dire aveva un senso nella sua insensatezza, era un film non una foto.